Con il COAPI a Cirò Marina i pescatori puliscono il mare e gridano il loro diritto a pescare

Coapi lancia la giornata di mobilitazione dei pescatori a Cirò Marina a sostegno della pesca locale sostenibile, per un “diritto a produrre” nel rispetto dei “diritti ambientali”. Iniziativa nel quadro della campagna “99 giorni per salvare l’agricoltura e la pesca riaprendo la speranza”

Si è tenuta oggi a Cirò Marina la mobilitazione dei pescatori delle marinerie del Mar Ionio a sostegno della pesca locale sostenibile, per un “diritto a produrre” nel rispetto dei “diritti ambientali”. Un incontro del Coapi con la comunità locale, per discutere di politica della pesca europea, che con il divieto all’utilizzo delle reti a strascico chiude anche l’opportunità di lavorare con le sciabiche dei piccoli motopescherecci attrezzati per la piccola pesca costiera. La manifestazione ha anche avuto un momento dimostrativo, con lo sbarco del pescato del motopeschereccio Atlantide, che ha dimostrato come oggi un’azienda di pesca abbia incassi inferiori ai costi operativi di produzione.

Gianni Fabbris, coordinatore del Coapi, invitando il sindaco di Cirò Marina e presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, all’incontro con gli europarlamentari italiani a Roma nella sala del Parlamento europeo a Roma, gli ha consegnato la proposta del Coapi per una nuova Carta di Ventotene e il documento presentato ai parlamentari europei con le richieste del Coapai per cambiare le politica agricole e della pesca, ha detto “Contiamo sul fatto che nelle comunità locali possa cadere la distanza tra istituzioni e cittadini, per affrontare insieme e nel concreto i problemi, come quello della pesca, che colpisce, per esempio, anche il piccolo strascico con la sciabica; una pratica che, al contrario di quanto le letture superficiali e interessate sostengono, effetti negativi non ha effetti negativi sull’ambiente e al tempo stesso contribuisce a mantenere le comunità marinare”, “Ci battiamo – ha concluso – anche per cambiare queste regole distorte che andrebbero semmai applicate alla pesca industriale lavorando per costruire una comunione di interessi fra istituzioni, pescatori e cittadini nella difesa del mare e dell’economia della pesca artigianale”.

Sergio Ferrari, sindaco di Cirò Marina, ringraziando per la visita e gli inviti, ha detto: “Pesca e agricoltura non sono responsabili del degrado ambientale e in particolare delle acque marine, se i settori vengono ben guidati. I pescatori sono i primi a mettere in atto pratiche di tutela dell’ambiente marino e del patrimonio ittico”.

“Sono e sarò sempre al fianco dei comparti della pesca e dell’agricoltura – ha aggiunto il sindaco Ferrari che è anche il Presidente della Provincia di Crotone – siamo in una provincia dove ci sono 23 comuni con la bandiera blu, ci stiamo dando da fare per risolvere il problema dei rifiuti, per migliorare l’accoglienza.”

Sulla pesca il sindaco di Cirò Marina ha detto: “La normativa impone il divieto della pesca a strascico, ma stiamo sviluppando una sperimentazione sulla pesca artigianale alle specie locali e per dimostrare che tali specie bersaglio possono essere pescate perché non sono in estinzione, ovviamente seguendo delle regole ben precise. E’ il caso del progetto presentato dalla Regione Calabria su nostra sollecitazione e finanziato dal Ministero sulla pesca del novellame o quello che stiamo sollecitando, dopo le prime esperienze limitate e sporadiche degli anni scorsi, sul Cicirello. In particolare il progetto sul novellame, finanziato per i prossimi tre anni, punta a recuperare una antichissima tradizione culinaria calabrese compromessa dalle regole comunitarie che impediscono la cattura delle specie, costringe ad usare nelle preparazioni il pesce di acqua dolce (pesce ghiaccio) allevato con modalità industriali e punta a dimostrare come le specie interessate non sono in via di estinzione ma, al contrario, lo è un patrimonio gastronomico storico”

“Ottima l’idea del COAPI di venire sui territori ed è quello che dovrebbe imparare a fare la politica (europea e nazionale) perché non si può legiferare senza conoscere le specificità che vi si esprimono. Allo sforzo del COAPI offriamo il sostego del nostro comune e dei comuni della nostra area”.

Gabriele Latterino, in rappresentanza dei pescatori del comune di Cariati “Oggi il territorio soffre la crisi della pesca che dura da tanti anni. Siamo partiti con il regolamento Mediterraneo fino al fermo pesca di pochi giorni fa, che ha messo in ginocchio le marinerie italiane. Il taglio delle politiche della pesca Ue è ambientalista, ma senza conoscere i territori. Solo obblighi e vincoli e mai un incentivo a tornare a fare il pescatore. Commissione Ue dovrebbe trovare il modo per far ritornare le persone in mare per lavorare, perché qui c’è tanto bisogno di lavoro, ma la gente scappa.” Le normative europee, secondo Latterino “hanno tagliato i redditi dei pescatori italiani equiparando la nostra pesca a quella industriale dell’Atlantico”.

Geppino Malena, comandante dell’Atlantide il motopeschereccio uscito in mare oggi: “Siamo usciti stanotte intorno alle ore 3 e siamo rientrati verso mezzogiorno, la pesca si è ridotta, le giornate di pesca sono state ridotte drasticamente unitamente ai fermi biologici nei momenti sbagliati. La pesca andrebbe regolamentata, con delle regole vere e serie. Non capiamo perché le autorità vogliono debellare la pesca”.

“Quanto pescato oggi vale 300 euro, anche meno, ma la pescata è costata 300 euro solo di gasolio – sottolinea Malena.

Tutto questo mentre l’80 per cento del pesce che arriva sulle nostre tavole – afferma Fabbris – è pescato da marinerie straniere o da allevamenti con mezzi industriali ad alto impatto ambientale, con motopescherecci che da soli catturano in un giorno quanto l’intera marineria da pesca italiana, intanto chiudiamo le piccole marinerie del mediterraneo per salvare il mare dai piccoli pescatori”.

Malena sottolinea anche che ogni uscita in mare è un’occasione per ripulire il mare dai rifiuti che vi si trovano: “Non capiamo perché le autorità vogliono eliminarci: rispettiamo i fermi biologici anche insensati, peschiamo solo su fondali fangosi e sabbiosi per non distruggere le praterie di Posidonia oceanica, evitiamo accuratamente le aree marine protette, anche perché in quelle zone finiremmo per rompere le reti, che costano, con tutti i mali di cui soffre il mare, perché dire che il problema siamo noi?

Per Malena è anche necessario aprire un dialogo con gli ambientalisti: “Perché dobbiamo intenderci sul significato di pesca a strascico, perché tra il mio motopesca e un peschereccio fattoria per la pesca oceanica c’è una bella differenza, equipararli significa non aver capito nulla di pesca, poi dopo se gli ambientalisti vogliono solo mangiare pesce proveniente dalle marinerie estere, magari pescato con sistemi ad alto impatto ambientale o allevato in acque inquinate, che si accomodino pure, ma non vengano a parlare più di sostenibilità a noi piccoli pescatori costieri del Mediterraneo”.

Al termine della Conferenza i pescatori hanno mostrato come, insieme ai pesci hanno raccolto dal mare decine di chili di spazzatura (plastica e altro) portate a mare dai fiumi che durante tutto l’anno riversano quanto viene scaricato dalle aree interne. “Ogni anno raccogliamo e togliamo dal mare milioni di tonnellate di spazzatura che per noi è un costo e che, senza di noi, sarebbe rimasta sui fondali e nelle acque. E’ solo un esempio di quanto noi possiamo assolvere ad una funzione bioregolatrice dell’ecosistema su cui bisognerebbe investire invece che criminalizzarci”.

Le iniziative della giornata in Calabria proseguono la sera del 25 giugno alle ore 19 presso L’Anfiteatro Comunale al secondo piazzale del lungomare di Cropani Marina con un’Assemblea partecipata da agricoltori, allevatori, pescatori, sindaci e rappresentanti della Regione Calabria

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1 commento

    • Domenico il Giugno 25, 2024 alle 2:56 pm
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