riceviamo dal Cospa e pubblichiamo
“Gli Orsi e i Pastori due specie in via di estinzione”
Gli Orsi stanno uscendo fuori dalle aree protette, perché non trovavo più cibo nei parchi a causa dell’esubero di specie antagoniste come: lupi, istrici, cervi, cinghiali.
“Abruzzo terra di pastori” è così che da secoli si identifica la regione verde d’Italia.
Il pastore e il villico, coloro che vivono la realtà rurale contadina, sono parte della biodiversità, non fa il pastore, si nasce in una comunità di pastori e si è pastori.
Proprio così, l’ambiente rurale abruzzese e gli splendidi paesaggi che rinfrancano il cuore dei viaggiatori di tutto il mondo, sono il frutto del lavoro dei nostri contadini e dei nostri pastori.
Le genti native di territori cosí aspri e difficili come quelli dell’entroterra appenninico montano e pedemontano, si sono adattate da secoli alla convivenza con l’orso e con gli altri animali selvatici.
La loro convivenza e stata pacifica finché sono stati liberi di gestire le terre coltivabili, i pascoli, i boschi e le acque, liberi di pascolare controllando la fauna selvatica.
Tanto da restituire ambienti così equilibrati tra natura e attività umane da essere meritevoli di particolari riconoscimenti di pregio ambientale come i parchi nazionali e le riserve naturali (che oggi superano il 40% dell’intero territorio regionale)
Oggi, però, il rapporto di forze tra le comunità rurali e gli interessi di chi vive distante da questi ambienti, ma ne pretende la gestione, si sono invertiti.
Coloro che per millenni li hanno custoditi oggi sono considerati come intrusi all’interno di un mondo ideale destinato solo alla presenza di alcuni animali selvatici “speciali” (simboli di un ambientalismo distante dall’ambiente) tanto da dove dimostrare che il loro lavoro non interferisca con la vita di queste specie (come l’obbligo di fare redigere una VIA – Valutazione di Impatto Ambientale – per poter pascolare dove lo sia fa da millenni)
È necessario recuperare il dibattito sul ruolo delle comunità pastorali e salvare la biodiversità dei nostri monti.
Salviamo gli orsi e salviamo i pastori, entrambi sono vittime del peggior male della modernità, l’arroganza del profitto e l’inganno del business e rischiano di estinguersi con l’approvazione di cittadini poco informati.
Richiamiamo tutti al dibattito sul tema per recuperare la funzione civile degli abitanti dei borghi rurali, ne va della sicurezza e della garanzia del benessere di tutti.