Ora è il tempo dell’unità e della chiarezza

Lettera aperta

Il Consiglio Unitario della mobilitazione 2025 contro la crisi rurale e delle marinerie chiama tutte e tutti gli agricoltori a mobilitarsi a partire dal 28 gennaio 2025 per radicare, rafforzare ed estendere le iniziative per chiedere ed ottenere misure straordinarie e salvare le piccole e medie aziende dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca e della trasformazione artigianale aprendo, quindi, una nuova fase di Riforme nel Paese fondata sulla Sovranità Alimentare.

Nelle prossime settimane siamo impegnati in un impegno straordinario, forti delle nostre ragioni e dell’esperienza che abbiamo dopo le mobilitazioni nelle strade dei primi mesi dell’anno scorso quando le abbiamo invase gridando la nostra rabbia e la nostra indignazione per la condizione in cui sono ridotte le nostre aziende.

Nonostante il nostro impegno, le settimane nei presidi, la crisi è aumentata ed oggi siamo in un rischio drammatico e molto reale che per molte aziende diventi irreversibile.

L’anno scorso il Governo ha aperto un Tavolo di crisi ed ha messo in campo alcune misure. Ancora troppo deboli e troppo timide per rispondere alla profondità della crisi delle imprese produttive e ad una vergogna insopportabile per il Paese: l’agroalimentare (gestito dalla speculazione e dalle concentrazioni industriali e commerciali) si espande e cresce raggiungendo numeri da record ma gli agricoltori, i pescatori, gli allevatori e i trasformatori artigianali si impoveriscono e chiudono. Servono misure straordinarie e per questo serve riaprire quel Tavolo finalizzandolo ad un primo obiettivo: salvare l’annata agraria e cambiare la direzione che ci sta portando nel baratro. Per questo abbiamo posto a fondamento della nostra iniziativa la richiesta dello Stato di Crisi socioeconomico.

Ora serve l’Unità e la compattezza di tutti gli agricoltori. Basta con i personalismi, basta con le inutili divisioni, l’unità è la prima delle condizioni che possono salvare il nostro mondo e l’unità si fa nella chiarezza.

In molti stanno rispondendo all’appello a scendere in campo per chiedere lo Stato di crisi al Governo ed alle Regioni. Registriamo in queste ore che stanno convergendo sulla proposta settori crescenti. Vediamo parti di Organizzazioni Professionali territoriali che producono volantini e documenti con la richiesta dello Stato di crisi. Vediamo movimenti ed esperienze territoriali fino a ieri divisi coordinarsi e lavorare insieme come in Campania, in Emilia Romagna, in Piemonte, in Lombardia e in tante altre realtà. Vediamo crescere la consapevolezza fra gli agricoltori del valore dell’Unità e della consapevolezza che questa si costruisce sugli obiettivi, i contenuti e superando i personalismi e le divisioni che la crisi produce.

E vediamo crescere ed estendersi la responsabilità: oggi serve una forte iniziativa degli agricoltori e dei pescatori per difendere le aziende ma anche una forte alleanza con i cittadini negli interessi comuni. Difendendo le aziende difendiamo l’economia e il lavoro ma, anche, il diritto al cibo e il territorio. Siamo noi i primi ambientalisti perchè gestiamo e tuteliamo la terra e il mare, la loro storia e la nostra cultura del cibo.

Stiamo lavorando all’estendersi di un movimento forte, unitario, dove tutti possono e devono partecipare uniti nell’obiettivo per riaprire con i Governi regionali e Nazionale e con la politica tutta il confronto per ottenere le misure straordinarie che il Paese merita. Per questo i Sindaci ed i Comuni saranno i nostri primi interlocutori: puntiamo a coinvolgere le Comunità e i Comuni che ne sono il cemento. Li stiamo invitando a scendere in campo, a convocare i Consigli ed a mettere i loro gonfaloni davanti alle nostre mobilitazioni producendo atti concreti di sostegno. E’ il tempo di una unità vera, non basta quella delle sigle (vecchie e nuove) serve l’unità sociale e popolare intorno all’obiettivo di restituire dignità e futuro alle nostre aree rurali e alle marinerie per recuperare l’anima del Paese.

Nei prossimi giorni partiremo dai nostri presidi per invadere la società. Usciamo ancora una volta dalle nostre campagne e scendiamo dai pescherecci non per rinchiuderci nelle rotonde stradali ma per coinvolgere i cittadini e ottenere che la Politica guardi in faccia la reakltà.

Per questo, mentre lavoriamo all’unità, denunciamo i rischi che continuino le divisioni di chi ha interesse (per calcolo o per irresponsabilità) a dividere gli agricoltori che, al contrario, chiedono largamente la concretezza degli obiettivi. Invitiamo tutti a rifiutare queste logiche. Ancora in questi giorni leggiamo e ascoltiamo le voci di chi si ostina a dividere nascondendosi dietro le sigle o con manovre divisive.

Le Organizzazione Professionali che siedono ai “Tavoli Verdi” diano i segnali che attendono il mondo agricolo e i loro iscritti: spingano la politica nella direzione giusta in modo che sia consapevole che la crisi delle piccole e medie imprese e del lavoro non è uno slogan da estremisti ma è una realtà drammatica.

Chi ha partecipato alle mobilitazioni dell’anno scorso assumendo responsabilità dia il segnale di avere imparato la lezione (dopo che per mesi i trattori sono stati nelle strade spendendo soldi e tempo): non servono generali autoproclamati sul cofano dei trattori, serve un movimento unito, determinato e responsabile. Basta personalismi inconcludenti.

La dichiarazione di Stato di Crisi Socio Economico, premessa e cornice istituzionale per adottare le misure straordinarie, è l’obiettivo che ci sta unificando. Tutti al lavoro per l’unità rafforzandola e articolandola

1 commento

    • Lorella il Gennaio 27, 2025 alle 7:24 pm
    • Rispondi

    Vi sostengo perché sono convinta che l’agricoltura debba essere non contaminata dalle lobby di chi vuole distruggerla per i loro profitti , Dalla nostra agricoltura provengono i migliori prodotti al mondo che tutti ci invidiano perché solo noi sappiamo produrli

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